O' Vesuvio nun se ne fotte proprioIl titolo dell'opera evoca l'indifferenza del famigerato vulcano nei confronti del tempo e dellaciviltà, della politica e della popolazione campana. È l'estate del 2010, anno dei mondiali dicalcio in Sudafrica. Lungo tutta la dorsale "calda" della penisola si intensificano diversifenomeni di vulcanesimo secondario e la zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei è interessatada sciami sismici irregolari sempre più forti. L'Osservatorio Vesuviano mette in allarme leautorità centrali senza però che nessun provvedimento venga preso. Solo l'interventoindiretto di un pezzo da novanta della camorra riesce a smuovere l'inerzia del governo chenomina un commissario ad acta. I vulcanologi giungono ad una conclusione univoca: esiste ilrischio concreto di un'eruzione pliniana. Alle 8:00 del mattino del 20 giungo 2010, doponumerosi segni premonitori, il Vesuvio esplode.L'apocalisse viene descritta attraverso le vicende personali dei personaggi del libro.L'affresco su Napoli e sulla Campania è drammatico e pietoso mentre su tutto svettal'inettitudine dei governi centrali e locali che dal Dopoguerra in poi non hanno maiprovveduto alla messa in sicurezza delle zone circumvesuviane se non con la redazione dirisibili "piani Vesuvio". Il romanzo è un atto d'amore verso Napoli e il suo hinterland:l'impianto narrativo è serrato e coinvolgente, i riferimenti scientifici e geologici precisi edocumentati.